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Tra musiche, balli, buon cibo ma soprattutto, grandi emozioni.

Si narra che Borgo Preplans nasce intorno al 1700, come piccola località di pastorizia. Contava poche anime ma tra gli anni ‘50/’60 arrivò ad avere fino a 60 abitanti.

Purtroppo la vita era difficile, il cibo era prodotto solo dalla terra lavorata localmente e dagli animali allevati, e sicuramente anche se sufficiente, non abbondava. Erano i primi decenni del dopoguerra e il mondo fuori dal villaggio iniziava a svilupparsi velocemente.

Prese piede anche qui il fenomeno che ha contraddistinto tutti i territori circostanti. Molti uomini ‘emigravano’ per svolgere i più svariati lavori (carpentieri, falegnami, fabbri. etc.) mentre le donne rimanevano in borgo ad accudire i figli e governare i terreni. Solitamente, nel periodo invernale, mariti e figli ritornavano a casa per qualche mese per poi ripartire. Questo fu l’inizio dello spopolamento. A volte le donne finivano per raggiungere i propri uomini all’estero e spesso i figli iniziavano una vita lontano dalla propria terra natia. Il colpo di grazia fu dato dal terremoto del ’76. 

Ai giorni nostri solo 4 persone risiedono fisse in borgata mentre nei fine settimana e nei periodi estivi il numero degli abitanti aumenta perché si aprono le seconde case e i non residenti cercano di recuperare un po’ di serenità e tranquillità tra questi due archi per staccare un po’ la spina e dedicarsi ad altre attività.

Negli ultimi 15 anni però ci sono state delle occasioni in cui il Borgo ha ripreso la sua piena vitalità. Ci sono stati eventi che hanno ridato splendore e nuova energia a questo luogo, hanno donato allegria e promesso un nuovo futuro.

Dopo decenni, nel 2008, fu celebrato il matrimonio tra me e la mia amata Monica che ha risvegliato gli animi e ripulito la polvere da quella vitalità e allegria sommersa da ormai tanto tempo.  

In successione poi la Festa delle Fate dove ben 200 persone si sono immerse in un’atmosfera fiabesca tra concerti di arpe, balli celtici, cartomanti e vestiti colorati.

Il matrimonio di Massimo e Valentina nel 2012 con una nuova promessa d’amore suggellata tra i sassi di queste mura.

Mi viene in mente anche la presentazione del libro di Maurizio Callegaro quando tramite i suoi racconti, abbiamo assaporato terre lontane. In quell’occasione fu molto suggestiva la scenografia che vide il borgo illuminato con luci colorate: le pietre delle case assunsero le tonalità del verde, del viola, del bianco…sembrava di essere in un film.

Non dimentico di certo il 70mo compleanno di Sergio e Meni con più di 70 persone e non da meno i festeggiamenti per il pensionamento della splendida Maria.

Anche l’evento annuale dei Presepi rappresenta senz’altro un appuntamento speciale.

L’ultimo di questa lunga lista è stato il matrimonio di mio fratello Michele e di mia cognata Marika. Anche loro, dopo aver finito di sistemare un’abitazione qui in Borgo, hanno deciso di coronare il loro sogno in questo luogo.

È stato il giorno perfetto!

Iniziato con l’ansia per il tempo incerto, ma decisi a voler proseguire su questo cortile, tra queste case nonostante esistesse un piano B. Anche in questo caso c’era la ferma volontà di vivere questo momento in mezzo alla natura e all’energia che solo questo posto ci sa regalare.

Per ogni evento il Borgo viene preparato a dovere: ripulito, riordinato, addobbato a festa ed anche questa volta abbiamo superato ogni aspettativa.

Il cortile tra i due archi viene riempito di fiori: ortensie e fiori di campo questa volta hanno donato i loro colori.

I tavoli prendono posto nel selciato, ordinati, imbanditi, decorati con tovaglie eleganti, lanterne bianche e ricordi di un tempo passato.

Il prato dietro il caseggiato viene curato come un campo da golf, vengono sistemate qua e la delle vecchie botti su cui appoggiare il cibo e i bicchieri per il rinfresco. Sotto i grandi pini con semplici opere di land art (grazie Stefano Borselli!) viene creato l’angolo della cerimonia che accoglierà calorosamente i due innamorati. Sedie bianche e gerle riempite di fiori d’ortensia rendono tutto molto accogliente, leggero alla vista ma caldo al cuore.

Il catering arriva di primo mattino, sistemando i propri mezzi negli angoli più nascosti della borgata. C’è gran fermento, ognuno è impegnato in piccoli e grandi faccende. Sembra un gran caos ma in realtà il formicaio è ben organizzato e ognuno sa quel che deve fare.

È pomeriggio, il meteo sembra strizzarci l’occhiolino, ma non capiamo se lo fa per prenderci in giro o per rassicurarci. Ormai il dado è tratto, pioggia o no il matrimonio sa’ da fare!

Le campane di Meduno suonano le 16…è l’ora! La sposa deve uscire dalla sua camera diventata uno studio di bellezza da alcune ore.

Gli ospiti sono sul prato a godersi i raggi di sole e la bella scenografia. Lo sposo è in piedi, a fianco del tavolino del celebrante in attesa di vedere la propria compagna di vita!

Il DJ fa partire la musica del grande momento, la sposa appare all’inizio del prato, sbucata dall’arco del borgo, accompagnata dal padre sorridente e pimpante ma in fondo in fondo emozionato come non mai.

Gli occhi dei presenti si bagnano, il suo vestito bianco, semplice e assolutamente a tono, la rendono ancora più bella.

Le mani si uniscono, sono prontissimi a dire le loro Promesse!

Il celebrante, in questo caso io, da il via all’evento. Evito di guardarli altrimenti mi commuovo anch’io e cerco di esprimere comunque ciò che sento nel cuore.

La cerimonia è stata emozionante perché ha rispecchiato, in modo naturale, lo spirito che tanto ricerchiamo quando ci ritroviamo in Borgo. Leggera ma sentita, divertente ma con sentimento, breve ma intensa, in una parola coinvolgente perché le persone che vi hanno preso parte l’hanno vissuta in pienezza.

Dopo il bel intervento del Sindaco Rovedo, le letture di alcuni amici e lo scambio delle fedi, è scoppiata la gioia, è iniziata la festa.

Il rinfresco nel prato è stato molto gradito sia per le buonissime pietanze servite sia per l’aria che si respirava. È stato un momento di aggregazione soft che ha permesso ai vari invitati di amalgamarsi ed accordare le proprie corde.

La festa si è trasferita poi in cortile, tra i due archi, racchiusi tra le calde mura in pietra del nostro caseggiato.

I piatti, tutti con ingredienti a km0, si susseguirono con curiosità degli invitati e con gusto per i palati. 

La musica accompagnava la giornata. I cuori erano colmi, la felicità traboccava, le danze si avviarono senza tentennamenti. La gente ballava ai tavoli tra un risotto e un brasato. Pochi quelli seduti, tanti quelli a passo di musica. 

Non c’era età che dividesse, non c’era luogo di provenienza che separasse. Tutti si sentivano parte di questo Borgo, tutti si sentivano a casa liberi di muoversi e fare ciò che sentivano dentro.

Le note entravano nelle case aperte ma anche in quelle chiuse da tempo, le anime vibravano alto, la gioia coinvolgeva tutti. Il Borgo nuovamente riconosceva la sua vitalità ed accoglieva tutti come se appartenessero indistintamente a questa storia e a questa terra.

Gli invitati, inconsciamente, lo percepiscono e si lasciano andare.

Quando i primi suoni di ‘Maracaibo’ prendono il via, un grande treno parte in mezzo al Borgo capitanato dal capotreno papà Gigi e nessuno si sottrae al suo viaggio tanto che raggiunge la lunghezza di tutto il selciato.

Il tempo incerto è ormai un ricordo, nessuno ci fa caso, anche se qualche goccia cade sui piatti e i tavoli.

Esco per un attimo dalla bolla e scruto il cielo. Il fronte del temporale finisce dove inizia la Borgata, da lassù qualcuno ci osserva e si compiace del nostro divertimento.

È ormai tardi, le 23.30, i bicchieri si sono svuotati molte volte, alcuni, dopo aver fatto il pieno di gioia, han già ripreso la via di casa. Rimangono gli affezionati, gli amici più stretti, quelli del ‘chiudiamo noi il locale’. Inizia a piovere a dirotto ma a nessuno importa. Si continua a ballare sotto le fresche gocce, si canta a squarcia gola, si spera che questi attimi durino ancora.

Un’altra volta la Borgata si è riempita di energia, le persone l’hanno vissuta, hanno assaporato il suo spirito. Ha trionfato un’altra volta l’amore e il gusto dello stare insieme.

Viva gli sposi e buona vita Marika e Michele!