Ho una preparazione economica e lavoro in un settore dove la massimizzazione del profitto è al centro di ogni ragionamento. Il messaggio che ha accompagnato tutti i miei studi fino alla laurea in Economia è sempre stato quello di organizzare il lavoro e le risorse per l’ottenimento del massimo profitto. Una regola base nel mio campo che con il tempo ho iniziato a sentire sempre più stretta.
Il concetto di impresa e di lavoro come creatore di utilità e unità sociale è andato sempre più scemando. Negli ultimi decenni si è enfatizzato un po’ eccessivamente il concetto che l’azienda, come anche la nostra attività quotidiana, deve sempre andare solo in un’unica direzione: l’ottenimento di un guadagno. Ci viene imposto dalla società attuale con tutti i suoi schemi, le scadenze, i tempi stretti, i risultati da raggiungere, la performance. C’è sempre qualcuno o qualcosa pronto a giudicare ed osservare. Il metro di giudizio però è sempre lo stesso.
Con il tempo mi son reso conto che c’è ben altro da dover considerare, c’è un mondo di altri aspetti che meritano di esser valutati e affrontati, ma soprattutto a cui va dato il giusto peso indipendente dal profitto che essi generano.

Ferrari? No grazie!
Nel nostro piccolo Borgo probabilmente non avremmo fatto nulla se ogni decisione fosse stata presa rispondendo alla sola domanda ‘quanto mi rende?’ Sono molte le discussioni a cui ho partecipato cercando di difendere progetti, iniziative, sogni che ai piu’ portavano all’ esclamazione: eh ma, non conviene!
Parte del fascino dell’inverno in Borgo è dovuto al fatto che in casa una fiamma arde continuamente nel camino e dona un caldo avvolgente, pieno e unico. Nessun impianto di riscaldamento, nessuna nuova tecnologia sa regalare la stessa sensazione. Grazie al fuoco del camino o della stufa, l’ambiente diventa amichevole, accogliente, leggero…diventa famiglia. Davanti al fuoco, magari con un buon bicchiere, le chiacchere si liberano sciolte, si può sognare a voce alta, lo scambio è naturale e il tempo perde i battiti.
Il fuoco però richiede un solo favore, quello di essere alimentato. È vorace di legna, non si sazia mai!
L’inverno per me significa anche passare le giornate in bosco a preparare il legname per il camino per l’anno successivo. Per chi non lo sapesse ciò si manifesta con l’abbattere alberi, magari in zone poco accessibili, trasportarli nei pressi delle nostre case, tagliarli a pezzi, spaccare i ceppi più grossi e infine accatastarli in posti asciutti pronti a scaldare i prossimi inverni o diventare brace per le nostre grigliate e forni.
Detta così sembra semplice, in realtà ci vogliono molti giorni di duro lavoro, attrezzatura sempre in ordine, e tanta tanta volontà
Qui però arriva il punto. La più frequente osservazione che mi viene fatta è: eh ma Elio, non ti conviene! Se metti in conto tutte le ore di lavoro, la benzina e i costi dell’attrezzatura fai prima a comprare i bancali pronti di legna anziché fartela.
Già! Purtroppo so fare bene i conti anch’io e mi vien da sorridere. Le prime volte lasciavo andare ma poi ho iniziato a rifletterci a lungo, facendo ciò che mi viene facile: il ragioniere.
Ci sono aspetti che spesso passano inosservati:
fare legna d’inverno significa passare delle giornate in mezzo alla natura, senza telefoni, senza appuntamenti, senza orologi e facendo attività motoria, quindi benessere per il corpo e per la mente.
Fare legna significa passare del tempo con amici e famigliari facendo qualcosa insieme, mangiando nel bosco, aiutandosi l’un l’altro in attività intense, quindi questo si traduce in rapporti sociali e rafforzamento delle proprie relazioni, nuove idee e credetemi, anche delle belle e gustose risate.
Fare legna significa pulire il bosco dalle piante vecchie, malate, donandole nuova luce e collaborare al suo stato di salute, quindi contribuiamo a mantenere sano e vivibile il nostro territorio.

I danni causati da una forte bufera invernale sono stati parecchi. Gli alberi caduti hanno bloccato il sentieri che porta al “Crist di Paludana”, Valdestali e il Cammino di San Cristoforo.

Discussioni “calde” per capire come rimuovere il ceppo di un grosso albero.
Fare legna significa rendere l’ambiente circostante più accogliente e più sicuro, quindi maggior tutela ambientale e attrazione per escursionisti e turisti.
Fare legna significa mantenere ordine nei pressi degli abitati e non solo, quindi meno rischi idrologici che si riversano anche in tutto il territorio fino a valle.
Potrei andare avanti ancora, ma torno al libro di Economia e provo a dare un valore economico a questi ultimi scopi: bhe, sono sincero, non ci sono riuscito! La verità è che non sono voci inseribili facilmente in un conto economico.
Spesso rispecchiano valori, tradizioni e senso di appartenenza che un numero freddo e crudo non può contenere. Non ci sono formule, indici ed altre astrazioni che possono tradurre tutto ciò. C’è tanto sentimento e passione, ma ahimè queste non rientrano nei calcoli. Ci sarebbero un sacco di altre attività che possono far parte di questo tipo di pensiero, ma lascio a voi scoprirle.
La nostra società, anche se con piccolissimi passi, sta riscoprendo questo insieme di aspetti “intangibili” negli ultimi anni e in particolare negli ultimi due. È un credo che percepiscono in pochi ma ha un’energia tale che può diffondersi prepotentemente.
È una visione nuova ma matura che coglie, a mio avviso, l’equilibrio necessario.
Oggi quando incontro qualcuno che mi dice ‘eh ma non conviene’ evito discorsi e ragionamenti e mi limito ad un sorriso. Preferisco il pensiero nobile al mero calcolo!
Prediligo sempre di più quei valori a cui non riusciamo dare un valore, ma che alla fine dei conti ci restituiscono un ritorno ben più grande del profitto…forse, conviene!